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Psicologia sistemica

Psicologia sistemica

Cos'è il pensiero sistemico? Esso è il filone scientifico che si propone di predire e studiare il comportamento di ogni sistema attraverso la comprensione della sua struttura profonda.

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Questo approccio nasce negli anni '50 e si diffonde in Europa intorno agli anni '80.

Ma cos'è il sistema?

È un'entità, che esiste e funziona grazie all'interazione tra le sue parti, dove l'intero è diverso dalla somma delle singole parti e dove ogni cambiamento che colpisce una parte influenza l'intero sistema nel suo insieme. Nel sistema ogni elemento ha ragione di esistere con una specifica funzione. I suoi elementi fondamentali sono: la comunicazione ed elaborazione dell'informazione, l'autoregolazione, l'autorganizzazione e l'automantenimento.
Il primo esempio di sistema è la famiglia. I primi autori ad applicare i concetti sistemici alla famiglia sono stati i pensatori della scuola di Palo Alto ed in particolare Bateson, che assieme a Paul Watzlawick ha applicato la teoria sistemica alle scienze sociali, approfondendo in particolar modo la comunicazione. Nel sistema familiare il problema di un singolo diventa il problema di tutti, se un singolo membro della famiglia vive un vuoto allora nell'albero genealogico familiare resterà questa traccia e qualcun altro cercherà di colmarlo per raggiungere l'equilibrio.

Hellinger sostiene che attraverso le "costellazioni familiari" riusciamo ad individuare l'Irretimento, ossia la struttura del sistema famiglia e le dinamiche che ci vincolano ad essa, ed individua ben tre dinamiche di irretimento familiare.
Molti altri teorici hanno applicato la teoria sistemica alla famiglia, studiandone i confini, il grado di rigidità, le dinamiche interne, come i modelli trigenerazionali proposti da Bowen, Minuchin, Framo. Per questi autori, dal punto di vista terapeutico, si devono sempre tenere presenti tre piani generazionali (la famiglia di origine, la coppia, i figli) e valutare se l'equilibrio tra appartenenza e separazione permette ai tre piani di rimanere ben distinti. Il terapeuta infatti ha il compito di notare lo scarto tra questo modello e come la famiglia si presenta e correggerlo.

L'approccio sistemico ritiene che in quanto esseri umani siamo parte di più sistemi sempre più ampi e complessi come la famiglia, l'azienda, la nazione, l'ambiente, la storia etc.

Ma nella stanza del terapeuta sistemico come si traduce tutto questo?

L'individuo che si rivolge al terapeuta, in un'ottica sistemica è percepito come parte di un sistema. Il malessere presentato dalla persona viene letto non tanto come problema dell’individuo, ma come espressione di disagio di uno dei sistemi di appartenenza.
Viene solitamente privilegiata l’ottica familiare, ma le dinamiche disfunzionali possono collocarsi anche nel sistema coppia, nell’ambiente lavorativo, nel gruppo amicale o altrove.

In questo contesto il paziente diviene portatore di una disfunzione del sistema causata spesso dalla rigidità dei modelli relazionali acquisiti. Il sintomo non è più una problematica del singolo individuo, ma una componente del sistema. Esso diviene quindi sia manifestazione della sofferenza del sistema, sia espressione di un rinforzo al mantenimento dello stato di cose attuali.

La terapia è volta a ritrovare le risorse positive del sistema, (o delle sue parti), dirigendole verso il riequilibrio, con un costante coinvolgimento verso l'obiettivo terapeutico. Il trattamento non si concentra sul sintomo, ma sulle situazioni relazionali che l'hanno scatenato.

Dott.ssa Veronica Cascone
Psicologa
https://www.facebook.com/psicologabolognabo/

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